Dalla moda, dal design, dalla musica, dal cinema, dall’automotive, e non solo, sono nati oggetti di culto che hanno fatto storia. Basta pensare ai capi di abbigliamento, alle scarpe, agli accessori o alle auto che sono diventati delle icone di stile e veri e propri must have. Come diceva Coco Chanel “la moda passa, lo stile resta”. Le vere icone di stile subiscono dei cambiamenti nel corso degli anni, per adattarsi alle esigenze del momento, ma mantengono sempre inalterate le peculiarità che le da sempre le contraddistinguono. E la prima icona di stile che mi viene in mente è proprio la tracolla in pelle matelassé: la mitica 2.55.
Nata nel febbraio 1955 (da lì 2.55) dal genio della stilista francese, nel 1983 è stata oggetto di restyling da parte di Karl Lagerfeld, che ha mantenuto le linee originali, sostituendo però il Mademoiselle Lock con la chiusura con la doppia C e aggiungendo alla catena gli inconfondibili inserti in pelle.
Nel corso degli anni la 2.55 è stata sottoposta a vari restyling, che l’hanno vista impreziosire da nuovi dettagli, materiali e tessuti, conservandone sempre il pregio e l’alta qualità.
Oggi la 2.55 è un’icona di stile che la maggior parte delle donne sognano, dalle giovanissime a quelle più mature, e un invidiato accessorio in grado di completare qualunque outfit, dal casual al raffinato.
Se l’intramontabile borsetta di casa Chanel a febbraio compirà il suo sessantesimo compleanno riconfermandosi un’icona di stile femminile, tra i desideri dell’universo maschile trova sempre posto un’auto senza tempo, che in quarant’anni di vita ha subìto molti cambiamenti, mantenendo immutate le caratteristiche della famiglia Volkswagen: l’intramontabile Golf. Nata nel 1974 dal progetto del designer italiano Giorgetto Giugiaro prende il testimone cedutole dal Maggiolino, una delle auto più vendute ai tempi, per soddisfare un bisogno di innovazione.
Golf si è fatta subito spazio anche nel mercato italiano, che stava vivendo grandi cambiamenti e dove l’automobile iniziava a essere vista anche come status symbol.
E’ stata da subito un’auto trasversale, ambita e desiderata da categorie di persone molto diverse tra loro ed è diventata ben presto un’icona di stile.
Negli anni ’80 la nuova Golf GTI non era più un’auto qualunque ma “Das Auto“, una vera e propria moda che anche molti italiani avevano deciso di seguire.
La svalutazione della lira e la crisi economica degli anni ’90 non hanno rubato la scena a Golf, che è rimasta oggetto di desiderio di chi non voleva rinunciare allo stile e alle prestazioni elevate ma era più attento ai consumi e all’ambiente. Volkswagen aveva appena sdoganato il motore a gasolio, aprendo la nuova frontiera delle Gran Turismo con Golf diesel, prima da 70 e poi da 80 CV.
I primi ricordi che ho di Golf risalgono proprio a quegli anni, quando per me l’auto doveva solo svolgere la sua naturale funzione, mentre per gli amici era come un biglietto da visita che avrebbe dovuto necessariamente riportare il logo Volkswagen.
Nel nuovo millennio Golf è rimasta un punto di riferimento e una garanzia di sicurezza e stabilità in uno scenario economico e sociale quanto mai instabile. E’ l’auto dei giovani, degli affari ma anche delle famiglie. Un’auto versatile che ha conservato le sue origini ma ha contemporaneamente aperto le porte al futuro rispondendo alle esigenze di tutti.
…Golf è una delle prime auto che ho guidato e che forse un giorno tornerò a guidare…e forse un giorno avrò anche una Chanel 2.55. Sognare non costa nulla.