Il marito è poco collaborativo? Fatelo collaborare!
Lo pseudo-marito stamattina si è svegliato, ha fatto colazione ed è andato al supermercato a fare la spesa. Si è portato dietro Nico, assicurandosi prima che si fosse lavata faccia e denti. Quando è tornato ha sistemato la spesa e ha cambiato la terra alle piante del terrazzo. Poi ha preso un secchio ci ha versato il detersivo per i pavimenti (sì, li ha trovati da solo senza l’aiuto del pubblico) e ha lavato il terrazzo.
Mentre preparavo il pranzo ha minacciato aiutato le twins a riordinare la camera, ha portato giù l’immondizia e ha passato l’aspirapolvere.
Quando le nostre ragazze erano appena nate, lui si alzava di notte per aiutarmi a sfamarle e a cambiare i pannolini. Tipo che la seconda poppata era alle 5, alle 5:30 facevano il ruttino e lui si rimetteva a dormire. Dopo un quarto d’ora gli suonava la sveglia.
Ricordi lontani. Ormai sono grandi ma c’è sempre da fare anche per lui, come andare a prenderle agli allenamenti, phonare loro i capelli dopo la doccia e pettinarle il sabato mattina prima di portarle a catechismo.
E’ uno pseudo-marito collaborativo e un papà presente, soprattutto da quando ha appeso le scarpe e i guanti al chiodo e preferisce andare alle gare di ginnastica anziché stare ad aspettare il pallone tra due pali. Il giorno in cui imparerà a cucinare, credo che lo sposerò anche.
Qualcuna mi dice che sono fortunata perché ho un compagno che si assume la responsabilità della sua famiglia…ma non è forse quello che faccio anch’io quotidianamente?
Continuo a leggere di donne che si lamentano del marito poco collaborativo, si autocommiserano, generalizzano e sparano a zero su tutti e cercano solidarietà da altre donne.
Non si rendono conto in realtà di essere responsabili della loro situazione, perché la subiscono passivamente, senza fare nulla e nella speranza che un giorno le cose possano cambiare.
Sicuramente esistono diverse categorie di uomini:
- quelli che si sono sempre assunti le loro responsabilità, sono sempre stati indipendenti e autonomi anche se vivevano sotto lo stesso tetto con mamma e papà (alias i tuoi suoceri), e che dopo il matrimonio o la convivenza sono rimasti tali, anche se lavorano 12 ore al giorno
- quelli che con la mamma facevano i bamboccioni, non spostavano neppure il sale sulla tavola e si facevano preparare la borsa della palestra, ma dopo il matrimonio o la convivenza sono diventati colf e baby-sitter modello
- quelli che non hanno mai fatto un ca…volo prima e continuano a non fare un cavolo anche dopo il matrimonio o la convivenza
Sono fortunata ad avere trovato un compagno che appartiene alla prima categoria? Forse. Io preferisco dire che me lo sono scelto e che la fortuna c’entra poco.
Sono sfortunate tutte le donne che si sono ritrovate un marito/compagno che appartiene alla terza categoria? Forse. Io dico che anche loro se lo sono scelto e che la sfiga c’entra poco.
In ogni caso credo che quello che possa fare davvero la differenza sia l’atteggiamento che le donne decidono di assumere per provare a ottenere la conversione degli uomini che non appartengono di default alla prima o alla seconda categoria.
Questo significa non subire passivamente e non continuare a lamentarsi; non dire sempre Sì per paura di non reggere il confronto con la suocera; insegnare anche al marito più imbranato a cambiare un pannolino, a scaldare un biberon e ad avviare la lavatrice; concedersi i propri spazi e lasciare i figli al marito (anche se lo fate una volta ogni sei mesi va bene!).
Vi svelo il primo segreto: con gli uomini bisogna parlare chiaro, senza mezzi termini. Non potete pretendere che vi leggano nel pensiero. Qualcuno è un po’ più intuitivo, qualcun altro non riesce (o non vuole) capire, ma se non chiedete espressamente il loro aiuto, non lo riceverete.
Vi svelo il secondo: gli uomini non sono tutti uguali. E neppure le donne.
(photo credit: pixabay)
https://www.youtube.com/watch?v=BNHzh2tdtOE
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4 Comments
AMEN! Condividerò in ogni dove perché è quello che ormai mi sono stufata di ripetere, quasi a dovermi giustificare per quello che fa lui. Grazie 🙂
Non c’è nulla di cui giustificarsi, anzi…io credo che se un marito collabora e si assume le sue responsabilità con moglie e figli, sarà poi il primo a trarne beneficio
In effetti anche o come Laura a volte devo perfino giustificare il fatto che ho un marito collaborativo. A volte lo guardano come un fenomeno fa circo.. E se gli raccontassi che la cena la prepara lui anche se faccio (temporaneamente) la casalinga probabilmente avrebbero anche da compatirlo..
Non credo che gli uomini abbiano mai pensato di giustificarsi per ciò che facciamo noi. E perché mai noi dovremmo farlo? ?