La nostra psicologa, la dott.ssa Cristina Minotti, ci parla del mondo dei gemelli: dalle emozioni che suscita la prima ecografia alle relazioni che si instaurano in famiglia.
Aspettare un figlio è sempre una grande emozione. Ma quando, durante l’ecografia, ti dicono che sono più di uno, in quel momento, i genitori, in un turbinio di emozioni, iniziano un percorso che diventa una vera e propria avventura.
Essere genitori di gemelli, monozigoti o dizigoti, rappresenta un evento ricco di trepidazioni e, al contempo, soddisfazioni. A partire dal periodo della gravidanza, infatti, molti genitori dichiarano di vivere una condizione privilegiata e molto preziosa. Nonostante questi aspetti positivi, la bellissima avventura è caratterizzata anche da dinamiche complesse che dovrebbero essere riconosciute ed esaminate per poter vivere l’esperienza di essere genitori di gemelli nel modo migliore possibile.
“Ah… ma non è uno solo!”: il momento della gravidanza
Il primo momento delicato nella vita dei genitori dei gemelli coincide con la comunicazione alla coppia della presenza dei due, o più, figli. Immediatamente, nei caregiver possono scaturire forti emozioni contrastanti tra loro. Se da un lato possono percepire un senso di felicità assoluta per quanto sta accadendo, dall’altro potrebbero vivere paure unite all’ansia a causa della singolarità e complessità della situazione, anche dal punto di vista medico.
Ed ecco comparire una cascata di domande e di dubbi!
Come sarà il parto gemellare? Sarà più complesso?
Sarà facile educare due (o più) bambini contemporaneamente?
Ce la faremo economicamente dato che tutto tutto tutto è moltiplicato per due, o più?
Siamo di fronte ad un’esplosione di emozioni ambivalenti che si intrecciano e che trasformano radicalmente la vita dei due genitori. Dalle emozioni si passa alla creazione di rappresentazioni e immagini sui bambini e sulla futura coppia genitoriale.
Molte testimonianze di genitori di gemelli mostrano quanto questa esperienza sia travolgente, ma anche quanto questa sia vissuta come un tesoro in grado di aiutare a tollerare e superare gli aspetti più ansiogeni legati alla dimensione pratica ed organizzativa.
Gemelli e genitori: un intreccio complesso di relazioni
Secondo lo psicologo francese Zazzo, il periodo perinatale è definito dal triangolo relazionale (considerando il caso di due gemelli), ovvero dalla speciale relazione che si sviluppa tra la madre e i suoi bambini, che può andare ad intensificare il legame tra i gemelli, a volte a discapito di quello madre-figli. In questa situazione la mamma può andare incontro a vari rischi:
- promuovere il passaggio da una relazione triadica a una a quattro, dove viene definita una relazione specifica tra la madre e un gemello e tra il padre e l’altro gemello
- incentivare il passaggio dalla relazione triadica a quella duale, composta dalla madre e dai gemelli considerati come un’unità.
Per superare questi momenti critici la madre dovrebbe intraprendere una ridefinizione di sé, analizzando il suo ruolo materno. Inoltre, altri studi dimostrano che la presenza di una relazione positiva con il partner aiuta la donna ad affrontare in modo costruttivo e con meno stress questa avventura.
In caso di stress marcato è consigliabile, però, chiedere aiuto per avere un sostegno, ricordando che avere bisogno di una mano non è indice di debolezza! Si può chiedere aiuto a parenti, amici o, soprattutto nei casi più problematici, a figure specializzate.
In questo gioco di equilibri, non sempre facili da gestire, la figura dell’altro genitore emerge in tutta la sua importanza e diventa un sostegno pratico e psicologico per la madre e per i bambini, trasformandosi in una figura di attaccamento primario al pari della mamma. Dunque, è frequente registrare un maggior coinvolgimento di entrambi i genitori fin dai primi momenti di vita dei figli.
Il cambio dei pannolini, la preparazione dei pasti principali, l’organizzazione della passeggiata o i momenti di gioco e di nanna passano inevitabilmente da entrambi i caregiver, in quali, a volte, definiscono anche i turni di notte.
Dopo la nascita, l’aspetto più difficile per il genitore può essere rappresentato dalla capacità di relazionarsi, che si concretizza nella complessità del rapportarsi contemporaneamente con i figli, dal punto di vista fisico ed emotivo. Questo può portare la madre a sentirsi divisa a metà, affaticata nel dividere la sua attenzione e il suo supporto tra i suoi figli. A volte diventa difficile offrire una risposta adeguata e immediata alle richieste individuali dei gemelli.
Non possiamo parlare di “relazioni” senza esaminare il particolare rapporto che si instaura tra i gemelli.
Tra questi fratelli speciali si sviluppa una relazione intensa e stretta fin dai primi momenti del concepimento.
Infatti, trovandosi a condividere la vita intrauterina, sono da sempre in continua comunicazione tra loro. Arrivano ad un influenzamento reciproco sia a livello dello sviluppo fisico, sia per quanto riguarda la crescita psichica.
Dunque, la vita dei gemelli nell’utero materno va a condizionare la dinamica relazionale tra loro e con l’esterno (compresi i genitori). La relazione di attaccamento in questi casi è davvero speciale!
Ma che cos’è l’attaccamento?
L’attaccamento è un legame che si definisce tra il bambino e una particolare figura di riferimento che offre protezione e accudimento. Questa figura diventa la base sicura dalla quale il bambino può esplorare il mondo. Possiamo capire come sia naturale che ogni gemello condivida con il fratello la stessa figura di attaccamento primario, ovvero il caregiver principale. Tuttavia, ogni bambino può contare anche sul co-gemello, che può diventare una figura di supporto e di sostegno. In quest’ultimo caso si parla di attaccamento orizzontale.
Per i gemelli, soprattutto per i monozigoti, è possibile osservare una condizione di condivisione intensa che emerge nella condivisione dello sviluppo e del legame di attaccamento.
Così, i gemelli imparano spontaneamente, fin da subito, a fidarsi ed affidarsi al co-gemello, soprattutto quando vi è un bisogno, e a condividere gli stessi genitori.
Dunque, per i gemelli si apre un mondo basato sulla condivisione di persone, emozioni, ambienti e sostegni. Ma, attenzione…anche se i tratti somatici possono sembrare identici e anche se hanno in comune gli affetti e i contesti non dimentichiamoci che ogni gemello è diverso dall’altro. Ogni bambino ha il proprio carattere, manifesta uno specifico temperamento e una dettagliata personalità.
La condivisione non porta necessariamente all’uguaglianza nelle preferenze e nelle inclinazioni personali!
Dott.ssa Cristina Minotti
blog: cristinaminotti.it
instagram: @cristinaminotti_
faebook: Dott.ssa Cristina Minotti Psicologa
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