Prima o poi tutto questo finirà ma come sarà il mondo dopo coronavirus?
Sono rimasta in silenzio fino ad oggi, all’inizio per metabolizzare poi per paura dell’ignoto e infine per scelta personale. Ora che si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel, mi domando inevitabilmente come sarà il mondo dopo coronavirus.
È ancora tutto surreale. Non ci sono parole per descrivere ciò che sta accadendo all’umanità.
E se da una parte ci sentiamo tutti più uniti nella lotta contro un mostro invisibile, dall’altra cerchiamo un colpevole, come se, puntando il dito contro qualcuno, potessimo anche premere il tasto rewind.
Due generazioni, delle tre che si confrontano oggi, forse non hanno mai avuto un desiderio tanto forte di normalità. Una normalità fatta di cose semplici, di abitudini quotidiane che si davano per scontate, spesso noiose. Desiderio di quella routine da cui prima si voleva tante evadere e in cui ora si vorrebbe tornare a essere imprigionati.
Da quando siamo in quarantena, il lunedì è come il sabato. La mattina è come la sera. La sveglia non è più la stessa. L’unica certezza è la speranza che tutto finisca presto.
Dicono: #andràtuttobene. Ma questo hashtag inizia a starmi stretto.
È giusto affacciarsi al futuro con ottimismo e, in un momento tanto critico, alimentare il buonumore con la fiducia. Ne abbiamo bisogno tutti. E so che il disfattismo e la negatività non sono mai utili.
Però non so come potrà andare tutto bene, se ora veniamo privati di tanto. Dimenticate per un attimo la corsa al parco, la grigliata di Pasquetta e l’aperitivo sui Navigli. Guardiamo oltre il nostro orticello e pensiamo alle regioni che stanno vivendo l’incubo peggiore.
Nipoti che non riabbracceranno più i nonni, figli che non hanno potuto dare l’ultimo saluto ai genitori, che se ne sono andati in solitudine, senza un abbraccio, né una carezza o una mano da stringere. Come potrà andare tutto bene senza le persone care che abbiamo perso troppo prematuramente?
Non posso poi non pensare ai più giovani. Sono stati privati di esperienze che non potranno mai più recuperare. Questo tempo vissuto nel limbo non verrà mai restituito a nessuno di noi.
…E a chi ha perso il lavoro e oggi non ha nemmeno i soldi per pagare le penne lisce al supermercato.
Presto sconfiggeremo sì questo mostro inesorabile. Ce la faremo. E riprenderemo in mano la nostra vita. Ma non ditemi che andrà tutto bene, perché nulla sarà più come prima.
Ma come sarà il mondo dopo coronavirus?
Sto provando a immaginare il mondo dopo coronavirus, con la consapevolezza che la mia visione è condizionata da come io vorrei che fosse.
Mi piace immaginare la fine di questo sciagurato periodo come il 93° minuto di una partita di calcio, quando la squadra di casa segna il gol della vittoria. In campo ci si stringe tutti in un grande abbraccio e si festeggia per la meritata vittoria. Sugli spalti suonano le trombe, si sventolano bandiere e sciarpe, si sorge dalle gradinate per esultare e ci si abbraccia tra vicini di posto.
L’alba del giorno dopo sarà bellissima. I raggi del sole attraverseranno l’aria fresca e pura, che avremo riconquistato in queste settimane. Le acque limpide dei torrenti attraverseranno i prati in fiore incalpestati per tanto tempo.
Le giornate scorreranno più lentamente, scandite da impegni lavorativi che si concilieranno con la famiglia. I genitori usciranno prima dal lavoro e dedicheranno più tempo ai figli. Andranno insieme al parco, controlleranno i compiti e cucineranno insieme tutti i giorni.
Al ristorante non ci lamenteremo più per i tagliolini serviti dopo mezz’ora, perché ogni singolo minuto di attesa sarà un istante in più con i propri cari o con gli amici.
Riprenderemo a viaggiare, senza paura, perché negli aeroporti , nei porti e nelle stazioni ci saranno maggiori controlli e nuove misure di sicurezza. Ci siederemo accanto a sconosciuti, ci scambieremo sorrisi e magari parleremo del mostro che avremo sconfitto.
Faremo tanto sport. Chi continuerà in casa, chi tornerà in palestra e chi finalmente potrà fare jogging senza essere messo alla gogna.
I week-end saranno tutti car-free e gireremo per le città a piedi.
Saremo tutti più green, perché avremo imparato a rispettare il pianeta, la natura, noi stessi.
Nel mio mondo ideale dopo coronavirus accadranno cose che voi umani mai avreste immaginato! Ma probabilmente resterà tutto, o quasi, solo nella mia immaginazione. Perché siamo in grado di riconoscere i nostri errori ma non ci impegniamo abbastanza da non rifarli.
Sono certa di non essere impopolare affermando che il mostro verde ha portato anche qualcosa di positivo.
Ci ha insegnato ad apprezzare ciò che abbiamo e a non dare nulla per scontato.
Ci ha dimostrato che ci si può svegliare una mattina ed essere privati del diritto più importante: la libertà.
Che la vita può cambiare radicalmente da un momento all’altro, senza alcun delicato preavviso.
Ci ha fatto così riscoprire il valore della famiglia, il piacere di stare insieme anche con poco, il desiderio di condividere.
Ha fatto riemergere l’empatia, la compassione, la solidarietà verso il prossimo.
Ci ha ricordato che la natura è meravigliosa e che, se la rispettiamo, ci sa amare infinitamente.
Ci ha offerto la possibilità di fare un viaggio introspettivo, di mettere alla prova la nostra capacità di affrontare il cambiamento e di lasciare finalmente libere le nostre emozioni. Nessuno ha più avuto paura di dire “ho paura”. Quella paura che ci accomuna in ogni paese da settimane e che ci sta facendo sentire tutti uguali e vicini.
Vorrei che questi valori ci accompagnassero per sempre e non rimanessero solo un ricordo come, speriamo presto, questa crudele pandemia.